da scrivere, dopo averlo pensato con cura. In ogni caso servirebbe un promemoria per evitare di iscriverci nuovamente alla caccia al tesoro dei 100 giorni...

giovedì, ottobre 27, 2005

Cantiere aperto

Verderio – Nonostante l’esempio di Milan e Juve, la nostra è stata un’altra storia. Il pensierino della buonanotte rimane per un po’ in sospeso, incerto su come leggere una partita che ha mostrato tutti i limiti di questo inizio di campionato. Parlo di una difesa senza identità, un certa difficoltà a impostare una manovra di attacco efficace, di una brillantezza fisica di là da venire.
Stasera si è combattuto senza far male agli altri, senza incidere sulla partita. Abbiamo preso le nostre brave legnate sui denti senza riuscire a rispondere subito e a tono.
Parlavo di una sensazione di incertezza diffusa: in questo momento c’è la difficoltà di impostare un gioco senza aver avuto ancora la possibilità di fare un allenamento costante. La prima incertezza riguarda il sottoscritto che si trova a dover fare i conti con la propria limitatezza tecnica e tattica. Non ho aspettato sette anni per accorgermi di questo ma questa sera – nel silenzio del ritorno in macchina – ci ho pensato (anche se la testa in questi giorni è piena per altre preoccupazioni… niente a che vedere con la squadra. Non ci ho pensato fino a che sono uscito dalla porta della palestra ma quando Michy mi ha sottolineato il poco brio mi sono accorto di non voler essere di compagnia. So di potervelo dire apertamente… non abbiatene a male, per stasera è andata così. La speranza è certa, quella non viene meno. They would change).
Mi rendo conto dei limiti che porto in campo e faccio di tutto per evitare che influiscano sul rendimento della squadra. Di più, cerco di sopperire ai limiti con l’agonismo e la voglia di vincere. Qualche volta tiro fuori qualche bella giocata buona per ripensarci la mattina dopo mezzo addormentato sul treno per Milano. Praticamente sempre mi diverto. Nel senso che faccio una cosa che mi piace, con gente che mi piace, in modo semplice ma orgoglioso.
Quando sbaglio e finisce la partita il primo pensiero va a mettere in fila gli errori degli altri. Poi mi fermo e mi rendo conto di quante cose avrei potuto fare diversamente e capisco che farei meglio a stare zitto. Non sempre ci riesco e questo è un limite (diffuso). Generalmente la cosa finisce con qualche sms a notte fonda con il Vice. Ora c’è il blog e credo che scrivere sia un modo per costruire. Spero che altri si inseriscano. In ogni caso l’allenamento rimane il momento più opportuno per chiarirsi e chiarire. Le idee e gli equilibri.

Perché è da qui che vorrei ripartire: si apre il cantiere. Serve gente sveglia e umile, che sappia lavorare insieme e abbia chiaro il progetto. Il nostro, mi sembra di averlo detto a inizio campionato, ha un nonsoche di evangelico: salvarci.
Occorre rimboccarsi le maniche e riconoscere cosa si sa fare meglio e in quali situazioni dovrò chiedere l’aiuto degli altri. Se io non ce la faccio farò di tutto per migliorare. Se continuo a non farcela ci sarà un altro pronto a darmi una mano. Se non c’è nessuno… vicino… prendiamo il goal.
E ripartiamo. Imparando dagli errori. Dobbiamo arrivare al punto di conoscere il gioco uno dell’altro, pregi (ci sono, ci sono… non li voglio sottovalutare) e difetti. Per fare movimenti e cercare soluzioni che consentano all’altro di tirare fuori il meglio.
Zona? Uomo? Attacco a due/tre/quattro? Boa in avanti e uomo in più a centrocampo? Tutto è possibile, ma niente nasce dal caso: partiamo dalla conoscenza delle caratteristiche dei singoli (ancora poca) e dalla disponibilità a lavorare insieme allo stesso progetto (sono convinto che ci sia).
Ci sarà da studiare la piantina della squadra: ogni cosa deve trovare il suo posto.
Abbiamo tempo ma non dobbiamo perderne altro.
Abbiamo le capacità, come squadra e poi come singoli.
Abbiamo una risorsa fondamentale: ci frequentiamo da tempo, i nuovi arrivati sono un di più, abbiamo le occasioni per fermarci e parlare.
Ci sono cose che è meglio dirsi face-to-face. Il campo ci attende, il cantiere è aperto. Ho una voglia matta di prendere in mano chiodi e martello e darmi da fare.
Scusate le metafore e la voce bassa. Parliamo di più tra di noi e meno su di noi.

Sono il vostro capitano: c’è un campionato per cui lottare.
Lo dico perché sono contento di avere voi come compagni di avventura. Per le storie/casini/cazzate/fisse/limiti/sorprese/
genialità/passioni/fatiche/desideri che mettiamo in questo fottutissimo campetto.
Ne vale la pena. Ne sono certo.

2 Comments:

Blogger Clark Kent said...

il progetto c'è ed è buono.
i muratori non mancano.

Avanti allora, come direbbe il più giovane di noi.

Avanti dico io a me stesso.

Avanti vorrei che urlassimo tutti-insieme come grido d'inizio partita sabato prossimo.

Avanti.

giovedì, ottobre 27, 2005 1:57:00 PM

 
Blogger jS said...

AVANTI

giovedì, ottobre 27, 2005 2:20:00 PM

 

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